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"Buongiorno, mi chiamo Carlo Rossi, come quello che firma per la chiesa.

Da grande faccio il produttore artistico.

Da piccolo volevo fare il Papa.

Andavo a scuola dalle suore tedesche, ma avevo già capito come andava il mondo. Che la Madre Superiora alla fine non contava mica tanto. C'era qualcuno che comandava lei, qualcun'altro che comandava quello che comandava lei e così via.

Fino al Papa.

Si, forse c'è anche qualcuno che comandava il Papa.

Forse.

Ma poi lì ci si mettono di mezzo metafisica ed epistemologia. Parole talmente grandi che mi fanno venire subito il mal di testa.

Col passare degli anni ho capito che fare il Papa non era proprio una figata.

Troppi cerimoniali, troppa pompa.

Mai piaciuto il guardaroba di un Papa. Io ero più da jeans e maglietta.

Quindi ho deciso che volevo fare il Regista.

Anche il Regista comanda un sacco.

Questa cosa del comando potrebbe avere a che fare che sono del Leone. Ascendente Toro. Se ci credessi.

Il Regista comanda un sacco e soprattutto non si espone al pubblico ludibrio.

Tutti sanno che faccia ha Leonardo di Caprio, ma Christopher Nolan?

Questo mi piaceva moltissimo, e se poi avessi voluto dare una botterella al mio ego avrei potuto sempre fare come Hitchcock e farmi un cameo, no?

Approfondendo un poco mi sono accorto che, però, questo mestiere ha una controindicazione mica da poco: per fare il regista bisogna o, perlomeno bisognerebbe, aver qualcosa da dire. Sentire l'urgenza di comunicare qualcosa, un messaggio. Avere una poetica.

Tutte cose che non fanno troppo per me.

Troppo intellettuale, troppo profondo.

Per nulla adatto alla mia indole.


Che cosa vuol dire produttore artisico (P.A.)?

Al giorno d'oggi, a me sembra che per fregiarsi di quest'appellativo basti collaborare a realizzare un album, fondamentalmente senza avere nessun ruolo predefinito.

E' un mestiere molto indefinito: conosco un sacco di musicisti, fonici, anche giornalisti, manager e persino discografici, che si fregiano di questo titolo, solo perchè hanno collaborato alla realizzazione di un album.

.......

Chi è veramente il produttore artistico?

Il produttore artistico storicamente è sempre stata una figura che affianca l'artista nella realizzazione di un'opera.

All'inizio della discografia questo ruolo veniva occupato dal discografico che allora poteva avere le competenze sufficienti.

Con il mutare della tecnologia queste competenze di base, prettamente legate all'aspetto musicale, non erano più sufficienti.

Serviva una persona che avesse una visione più ampia, che comprendesse sì la parte reativa all'arrangiamento della canzone, ma anche tutta la parte che concerne le possibilità sonore offerte dalle tecniche di registrazione.

Nonostante questo, per moltissimo tempo la figura del Produttore e quella dell'Ingegnere del suono sono rimaste separate.

.....

E' solo ultimamente che le figure di fonico e produttore sono venute a coincidere.

I motivi di questa unione sono fondamentalmente due.

Innanzitutto l'avvento del digitale: ha da un lato trasformato profondamente l'approccio metodologico e dall'altro ha spalancato le porte su un universo di nuove opportunità formali e compositive. Ma per sfruttarle appieno sono necessarie competenze sempre maggiori.

Il secondo motivo è prettamente economico: con l'avvento del digitale, e il conseguente sviluppo esponenziale della pirateria (che non dimentichiamo era già iniziata nel '65 con l'avvento della Musicassetta), cominciano a mancare le economie per permettere un fonico, un programmatore e un produttore.

Per me, teoricamente, il produttore artistico dovrebbe individuare ed esaltare lo specimen dell'artista.

Il ruolo del produttore è fondamentalmente quello di aiutare l'artista a realizzare il suo progetto.

Il che non significa semplicemente mettere in bella copia il demo.

Significa costruire, partendo spesso da zero, una carriera artistica.

Definire gli obiettivi da raggiungere a medio e lungo termine.

Suggerie le strategie di marketing e comunicazione."

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